Grandi chitarristi classici - Classical & FingerStyle Guitar

Classical & FingerStyle Guitar
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Grandi chitarristi classici

La chitarra

Ferdinando Carulli

Cominciò studiando il violoncello da un sacerdote. Poi quasi da autodidatta si dedicò alla chitarra classica. Fu uno dei migliori concertisti dell’inizio ottocento di Parigi (dove si trasferì, in seguito ad una fortunata serie di concerti, nell’aprile del 1808. Nel 1810 pubblicò il suo famosissimo “metodo” che fu considerato il migliore grazie alla facilità di esecuzione che Carulli ricercava nelle sue composizioni. In questo periodo Carulli produce una grande quantità di materiale tra cui soli, duetti, trii, quartetti, concerti, fantasie, arie con variazioni ecc.. Il suo catalogo di composizioni ne annovera più di 300, non contando i pezzi inediti. Negli ultimi anni della sua vita la sua fama fu offuscata dall'apparizione di nuovi giovani artisti la cui tecnica più moderna consentiva l'apertura di altri orizzonti musicali. Da quel momento si dedicò quasi esclusivamente all'attività didattica. Fra i suoi allievi più importanti si annoverano suo figlio Gustavo e Filippo Gragnani. La sua musica è strettamente legata all'aspetto classico del termine. Vi sono composizioni interessanti e geniali intervallate ad alcune composizioni di genere più consumistico. Scrisse gli "studi per chitarra", un testo sull'utilizzo delle dita della mano destra. (Fonte: Wikipedia)

Fernando Sor

Nato in una famiglia piuttosto agiata, Sor discendeva da una lunga stirpe di soldati e intendeva continuare la tradizione, ma fu distolto da questo proposito quando il padre gli fece conoscere l’opera. Si innamorò della musica e abbandonò la carriera militare.
All'età di dodici anni venne indirizzato dal padre allo studio dell’armonia presso il famoso Monastero di Montserrat dove il direttore Anselmo Viola lo ebbe come allievo prediletto; quando suo padre morì, la madre lo dovette far tornare a casa poiché non poteva sostenere più il mantenimento del figlio al monastero.
È a Montserrat che Sor iniziò a scrivere i suoi primi brani. Nel 1808 quando Napoleone invase la Spagna, iniziò a scrivere brani per la chitarra, spesso accompagnati da testi patriottici.
Dopo la sconfitta dell'esercito spagnolo, Sor accettò un lavoro nell'amministrazione del governo occupante. Quando gli spagnoli cacciarono i francesi nel 1813, Sor e molti altri artisti e aristocratici che avevano sostenuto i francesi lasciarono la Spagna, temendo di essere puniti. Andò a Parigi e non tornò più nel suo paese.
Cominciò a guadagnare notorietà negli ambienti dell'arte parigina per le sue capacità di compositore e per la sua abilità nel suonare la chitarra, finendo per suonare in tutta Europa, ottenendo notevole fama. Nel 1827, anche a causa dell'avvicinarsi della vecchiaia, decise di stabilirsi a Parigi e di viverci per il resto della vita. In questo periodo compose molti dei suoi migliori lavori.
Fece parte dei grandi concertisti preromantici giunti a Parigi, tra cui Dionisio Aguado, Ferdinando Carulli e Francesco Molino.
Il suo ultimo lavoro fu una messa in onore della figlia la cui morte, avvenuta nel 1837, lasciò Sor, che già aveva una salute cagionevole, in uno stato di profonda depressione: morì due anni dopo, nel 1839. (Fonte: Wikipedia)

Mauro Giuliani
Ultimogenito di una famiglia benestante, Mauro aveva tre sorelle e un fratello, Nicola, che fu pure musicista, specializzato in armonia e canto. Trasferitasi la famiglia a Barletta, Mauro e il fratello studiarono violoncello e chitarra francese presso tale Gaetano Lucci. Giuliani partecipò quindi a vari concerti e pubblicò alcune opere. Ma poiché in Italia la musica strumentale non era tanto coltivata e apprezzata quanto la musica vocale, Mauro si trasferì nel 1802 a Vienna con moglie e figlio. In questa 'capitale' del mondo musicale europeo Giuliani si mise ben presto in luce come straordinario virtuoso di uno strumento fino ad allora ritenuto affatto marginale, folcloristico ovvero riservato al privato svago musicale dilettantistico. Nel 1808 venne in particolare eseguito per la prima volta il "primo gran concerto per chitarra e orchestra Op.30": composizione di carattere brillante ed eroico, costruita esemplarmente in ossequio al gusto napoleonico del momento. L'inedita ampiezza di impianto cameristico, con ampi squarci sinfonici, sfatavano di colpo il luogo comune dei limiti popolari e domestici che si attribuivano allo strumento. D'altro canto, i numerosi e apprezzati concerti viennesi di Giuliani, da solista e in varie formazioni - stando a una recensione dell'epoca, pare che persino Beethoven andasse con piacere a quei concerti -non solo rinnovarono clamorosamente l'immagine della chitarra, quale strumento cameristico alquanto versatile, del quale si scopriva l'interessante dimensione orchestrale concertante, ma aprirono anche un fortunato filone nella fiorente editoria musicale di consumo dilettantistico. Il "Paganini della chitarra", come venne ribattezzato, divenne famosissimo e si conquistò la stima e l'amicizia di Paganini stesso.  Durante il soggiorno viennese produsse più di un centinaio di composizioni, fra le quali i tre concerti per chitarra e orchestra, alcune sonate per chitarra sola e brani destinati ad ensemble di vario tipo.
Mentre riscuoteva un discreto successo, si separò dalla moglie, ebbe una figlia illegittima e contrasse debiti che lo indussero ad abbandonare Vienna. Tornando in Italia nel 1819, tenne un concerto a Trieste, "molto applaudito", ed altri in alcune città del nord. Si stabilì dapprima a Roma, poi a Napoli, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita, pubblicando una cinquantina di composizioni. (Fonte: Wikipedia)

Dionisio Aguado
Dopo aver studiato in Spagna ed essersi perfezionato alla scuola di Federico Moretti si recò a Parigi dove cominciò la sua intensa carriera da concertista. Le sue doti chitarristiche richiamarono l'attenzione di diversi maestri del tempo: Gioacchino Rossini, Vincenzo Bellini e Niccolò Paganini.
Fu riconosciuto come virtuoso dalla stesso Fernando  Sor, che gli dedicò uno dei suoi più celebri brani per due chitarre, Les deux amis op. 41.
Aguado ritornò in Spagna in veste di didatta e scrisse diversi metodi per l'apprendimento della tecnica strumentale e testi sull'insegnamento. Ideò anche un modo per aumentare la capacità sonora della cassa armonica della chitarra appoggiandola su un treppiede;  infatti, essendoci poco contatto tra il nostro corpo e quello della chitarra, la cassa armonica poteva risuonare più facilmente. Ma questo metodo non ebbe molto successo, tanto che venne ben presto dimenticato. (Fonte: Wikipedia)

Francisco Tarrega
Cominciò a studiare pianoforte e composizione al conservatorio di Madrid nel 1874 e molto probabilmente imparò a suonare la chitarra da autodidatta. Questo fondere lo studio della composizione e del pianoforte alternato all'attività concertistica (interrotta nel 1906 per una paralisi al braccio destro) gli permise di acquisire una notevole padronanza tecnica sullo strumento. Secondo Emilio Pujol con il suo modo di suonare "si era collocato fuori dalla comune condizione dei chitarristi".
Si suppone che la postura con la chitarra sulla gamba sinistra rialzata (conseguenza anche di un aumento considerevole delle dimensioni dello strumento) sia diventato uno standard per i chitarristi classici a partire da lui.
Come Fernando Sor, inoltre, suonava la chitarra senza utilizzare le unghie, attaccando la corda direttamente con il polpastrello. Si suppone che la sua predilezione per il tocco appoggiato derivasse da una modifica strutturale dello strumento, il rialzo della tastiera rispetto al piano armonico (Radole).
Ampliò in maniera considerevole il repertorio non originale di musiche per chitarra effettuando diverse trascrizioni, alcune delle quali d'innegabile effetto secondo gli stessi compositori, come risulta per i brani di Albeniz. Sicuramente il suo approccio verso la chitarra gli permise di sperimentare tecniche diverse dal tradizionale modo di suonare dei suoi contemporanei. Le sue composizioni oltre ad avere una melodia orecchiabile presentano una struttura formale pianistica, che richiama quelle di Frederic Chopin.
Svolse attività concertistica, da chitarrista, soprattutto in Spagna e quando si stabilì a Barcellona cominciò anche l'attività didattica; tra i suoi allievi vi furono Emilio Pujol (suo futuro biografo) e Miguel Llobet.
Una biografia del chitarrista scevra di miti e falsificazioni fu redatta dal suo allievo Domingo Prat. (Fonte: Wikipedia)

Matteo Carcassi
Matteo Carcassi (Firenze, 1792 – Parigi, 16 gennaio 1853) è stato un chitarrista e compositore italiano.
Inizia giovanissimo lo studio della chitarra, divenendo, a partire dal 1810, celebre concertista. Si stabilisce, riscuotendo grande successo, a Parigi (1816 ca.), città che dal 1822 frequentemente lascia per compiere tournée in Italia, Inghilterra e Germania. Le sue prime pubblicazioni escono nel 1820, e nel 1836 il suo Méthode complète pour la Guitare op.59 inizia a circolare nella capitale francese riscuotendo molti consensi. Nel 1835 Carcassi ritorna stabilmente in Italia, e alterna l'attività concertistica a quella didattica. Muore a Parigi il 16 gennaio 1853.
Le composizioni di Carcassi si caratterizzano per l'uso frequente di posizioni alte sulla tastiera, per l'utilizzo di una vasta gamma di effetti chitarristici e per una particolare cura riservata alla linea melodica. Peculiarità, quest'ultima, che ha come risvolto un minor interesse per gli aspetti polifonici.
Probabilmente la sua produzione non è al livello di quella dei due massimi compositori per chitarra di questo periodo, Fernando Sor e Mauro Giuliani, ma senza dubbio il compositore fiorentino ci ha lasciato lavori imprescindibili dal punto di vista didattico. Tra questi si ricordano il Metodo op. 59, tuttora utilizzato, Sei Capricci op. 26, e soprattutto i Venticinque studi melodici e progressivi op. 60, non eccessivamente impegnativi e di livello musicale elevato, che sviluppano tutti gli aspetti della tecnica chitarristica dell'epoca (scale semplici e doppie, arpeggi, legati, abbellimenti, ecc.)
Di grande virtuosismo sono invece le Fantasie (Op.33-38), costruite secondo una moda dell'epoca (vedi anche le Rossiniane di Giuliani) su motivi operistici, prevalentemente di Rossini (n°2 Il Conte Ory e n°4 Guglielmo Tell) e Auber (n°1 La muta di Portici e n°5 Frà Diavolo). (Fonte: Wikipedia)

Gaspar Sanz
Gaspar Sanz, pseudonimo di Francisco Bartolomé Sanz Celma (Calanda, 4 aprile 1640 – 1710), è stato un presbitero, compositore e chitarrista spagnolo.
Laureato in teologia all'Università di Salamanca. Secondo alcuni studiosi è stato il miglior teorico spagnolo del XVII secolo sulla chitarra. Fu maestro di chitarra di Don Juan de Austria al quale dedicò la sua famosa "Instrucción de música sobre la guitarra española" (suddivisa in tre libri), il titolo originale era:
"Instrucción de Música sobre la guitarra española y Método de sus primeros rudimentos, hasta tañerla con destreza, con dos laberintos ingeniosos, variedad de sones y dances de rasgueado y punteado, al estilo español, italiano, frances y inglés, con un breve tratado para acompañar con perfección sobre la parte muy esencial para la guitarra, arpa y organo, resumido en doze reglas y exemplos los mas principales de contrapunto y composición, dedicado al Serenissimo Señor , el Señor Ivan, compuesto por el Lecenciado Gaspar Sanz, aragones, natural de la Villa de Calanda, Bachiller en Teologia por la Insigne Vniversidad de Salamanca".
Si pensa morì a Madrid nel 1710. (Fonte: Wikipedia)
Napoleon Coste

Nato in un paesino al confine con la Svizzera, si trasferì prima a Valenciennes e poi a Parigi, dove trascorse il resto della sua vita. Il padre, ufficiale dell'esercito francese aveva pensato anche per il figlio la carriera militare, ma il giovane Coste, già all'età di sei anni, aveva cominciato a suonare la chitarra, che per la prima volta gli era stata insegnata dalla madre, e in poco tempo era diventato un virtuoso di questo strumento. Quindi, per poter intraprendere l'attività concertistica, si impose al pubblico di Parigi, città che insieme a Vienna era la capitale chitarristica del tempo. Infatti qui vi erano i più importanti chitarristi di tutto l'Ottocento, ovvero Ferdinando Carulli, Francesco Molino, Dionisio Aguado, Matteo Carcassi e Fernando Sor a Parigi, Mauro Giuliani a Vienna.
In pochi anni, Coste riuscì a inserirsi perfettamente in questo fecondo ambiente, tanto da diventare l'allievo prediletto del grande Fernando Sor. Napoléon Coste non si dedicò solo all'attività concertistica, ma, come gli altri suoi colleghi chitarristi, anche all'insegnamento della chitarra e alla composizione. Ed è proprio in questo campo che oggi viene ricordato come uno dei più significativi compositori per chitarra del romanticismo. La sua attività concertistica venne bruscamente interrotta quando, nel 1863, si ruppe il braccio destro, investito da una carrozza. Da questo momento in poi la composizione e l'insegnamento divennero le sue uniche ragioni di vita.
Napoléon Coste è senz'alcun dubbio il più importante compositore per chitarra del romanticismo francese e, assieme a Giulio Regondi e a Johann Kaspar Mertz, appartiene alla triade dei maggiori autori di opere per chitarra di tutto il romanticismo. Questo è prova della sua genialità, poiché in quel periodo era molto più difficile ottenere l'attenzione di un pubblico sempre più esigente. Infatti, dopo il classicismo, quando cioè la chitarra era pienamente inserita negli ambienti musicali delle grandi capitali europee grazie ai suoi grandi maestri Giuliani, Carulli, Molino, Paganini e tanti altri, nel periodo romantico la chitarra cadde in una profonda crisi da cui ne uscì solo nel ventesimo secolo. In mezzo alle orchestre sinfoniche di Brahms e Bruckner, ma anche al nuovo pianoforte, la chitarra, con il suo timbro dolce e delicato, rischiò di scomparire dalla scena musicale francese. Il grande merito di aver tenuto in vita la chitarra in questo triste periodo del romanticismo francese, è soprattutto di Napoleon Coste che, con le sue particolari e ricercate armonie, ha creato un repertorio di ineguagliabile valore degno di essere ricordato accanto a compositori come Chopin, Liszt e Brahms.
Napoléon Coste viene inoltre ricordato per aver costruito una chitarra eptacorde, ovvero con una corda all'esterno della tastiera che funge da bordone, aumentando verso il grave l'estensione della chitarra. (Fonte: Wikipedia)

Francesco Molino

Francesco Molino (Ivrea, 4 giugno 1768 – Parigi, 1847) è stato un chitarrista italiano.
Nato in una famiglia di musicisti, cominciò molto presto a suonare l'oboe e il violino nel Teatro Regio di Torino.
La sua carriera come chitarrista cominciò a Parigi nel 1819 come concertista e insegnante didattico. Sono arrivate a noi delle rappresentazioni grafiche satiriche, di Charles de Marescot, di veri e propri schieramenti di carullisti (sostenitori della scuola di Ferdinando Carulli) e molinisti (sostenitori di Molino). L'impostazione strumentale di Molino differiva effettivamente su alcuni punti (ad esempio nel rifiuto di usare il pollice sinistro nella diteggiatura) rispetto a quella che Carulli, giunto a Parigi da più tempo, aveva diffuso presso gli ambienti della capitale francese; ciò tuttavia non gli impedì di conquistarsi una sua relativa fama, oltre che come esecutore, anche che come didatta e il suo Metodo riscosse un buon successo.
La maggior parte delle sue composizioni chitarristiche, circa sessanta, furono pubblicate a Parigi fra il 1820 e il 1835. Si ricordano, in particolare, i Notturni per chitarra e violino o chitarra e flauto (op. 37, 38, 39) e il Concerto per chitarra e orchestra in Mi minore (op. 56). (Fonte: Wikipedia)

Francesco Corbetta

Francesco Corbetta (Pavia, 1615 circa – Parigi, 1681) è stato un chitarrista e compositore italiano.
Corbetta è considerato il più grande virtuoso della chitarra barocca e compositore di musiche per questo strumento, tra i musicisti del XVII secolo.
Lavorò molto tempo alla corte di Luigi XIV di Francia con Jean-Baptiste Lully, prima di trasferirsi a Londra.
Fu il maestro di vari chitarristi del suo tempo, come Robert de Visée. La sua fama di virtuoso era estesa a tutte le più importanti corti europee.
Tra le sue opere troviamo:
De li scherzi armonici trovati e facilitati in alcune curiosissime suonate sopra la chitarra spagnuola. Bologna 1639
Varii Capricii per la ghittara spagnuola: Milano 1643
Varii scherzi di sonate per la chitarra spagnuola: Bruxelles 1648
Guitarra Española y sus diferencias de sones [perduto, cfr. J.Tyler], c.1650
La Guitarre Royalle dediée au Roy de la Grande Bretagne: Paris 1671.
La Guitarre Royalle dediée au Roy [Louis XIV]: Paris 1674.
(Fonte: Wikipedia)
Giulio Regondi

Giulio Regondi (Ginevra, 1822 – Londra, 6 maggio 1872) è stato un chitarrista e compositore italiano dell'epoca romantica.
Le sue straordinarie doti di fanciullo prodigio vennero sfruttate da un padre (chitarrista e compositore) privo di scrupoli, che lo fece esordire come chitarrista giovanissimo a Lione, portandolo successivamente a Parigi, dove ricevette, fra gli altri, l'apprezzamento di Fernando Sor, che gli dedicò la sua Fantasia op. 46, Souvenir d'amitié.
Dopo il 1831, abbandonato dal padre, si stabilì a Londra, ma alcune tournée compiute tra il 1841 e il 1846 lo portarono in varie città europee, fra cui Vienna, Praga e Dresda.
Forse per reazione nei confronti dello strumento che gli era stato imposto dal padre, divenne successivamente grande virtuoso di concertina e per questo insolito strumento compose numerosi lavori. (Fonte: Wikipedia)

Johann Kaspar Mertz

Johann Kaspar Mertz (Pressburg, 17 agosto 1806 – 14 ottobre 1856) è stato un chitarrista e compositore slovacco attivo soprattutto a Vienna.
Johann Kaspar Mertz nasce a Pressburg (l'odierna Bratislava), in Slovacchia.
Tra il 1840 circa e il 1856 è a Vienna, città che ospita altre importanti figure del mondo chitarristico, come Anton Diabelli, Mauro Giuliani, Wenceslaus Matiegka e Simon Franz Molitor. La fama di Mertz è dovuta soprattutto al suo virtuosismo esecutivo, che lo porta a suonare in Moravia, Polonia, Russia, Germania (Berlino e Dresda).
Nel 1846 sfiora la morte a causa di una overdose di stricnina, prescrittagli per il trattamento di una nevralgia, che gli costerà una convalescenza di un anno, assistito dalla moglie, la pianista Josephine Plantin, sposata nel 1842. Si può ipotizzare che l'ascolto, da parte di Johann Kaspar, del repertorio romantico suonato dalla moglie al pianoforte durante la convalescenza abbia influenzato sul suono e l'inusuale tecnica della mano destra adottata nella stesura dei Bardenklänge op.13 (1847-1855).
La musica di Mertz, contrariamente a gran parte dei suoi contemporanei, segue i modelli pianistici di Chopin, Mendelssohn, Schubert e Schumann, piuttosto che quelli classici di Mozart e Haydn (come per Sor e Aguado) o quelli operistici di Rossini (come per Giuliani).
Mertz ha scritto almeno 150 numeri d'opera più tantissime composizioni inedite e postume. Si ricordano soprattutto le composizioni per chitarra sola e quelle per chitarra e pianoforte. Nelle sue opere per chitarra sola spiccano soprattutto i notturni e le fantasie, tra le quali compare l'Elegia, un'opera che secondo molti musicisti è la composizione che ha segnato più di tutte il romanticismo della chitarra. Johann Kaspar Mertz fa parte, insieme a Giulio Regondi e Napoleon Coste, della triade romantica della chitarra, strumento che è sopravvissuto in tutto il periodo romantico grazie a queste personalità. Lo stile compositivo e le armonie di Mertz si improntano nella prima parte della sua vita su uno stile classico, ma in seguito su uno stile decisamente più romantico e con armonie elaborate, uno stile quasi pianistico che solo lui stesso riusciva a eseguire nel modo migliore, impressionando tutti, perfino Shubert. (Fonte: Wikipedia)

Josè Ferrer

Nato a Torroella de Montgrí, Girona, studiò chitarra inizialmente col padre, chitarrista anch’egli con la passione di collezionare spartiti, in seguito Ferrer proseguì i suoi studi con José Broca. In età matura lasciò la Spagna per insegnare chitarra a Parigi, prima presso l’Institut Rudy e poi all’Académie Internationale de Musique. La sua passione per l’insegnamento lo portò a dedicare molte delle sue composizioni ai suoi allievi, in special modo alle ragazze.
Nel contempo Ferrer si esibiva regolarmente in concerto da solista ed in seguito ebbe la cattedra presso il Conservatorio superiore di Musica a Barcellona. Dopo una seconda pausa parigina, si stabilì definitivamente a Barcellona nel 1898 dove morì nel 1916.
Le sue composizioni sono per lo più per chitarra solista e sono state scritte seguendo la moda del momento, quella della musica per salotti. Alcuni titoli di sui brani sono: “Le Charme de la nuit” (Charm of the Night) e “La Danse des Naïades” (Dance of the Naiads) o anche “Ejercicio” (Vals). Ha scritto anche un metodo per chitarra e alcuni brani per duo chitarra e flauto, nonché canzoni varie.
Luigi Mozzani

Luigi Mozzani (Faenza, 9 marzo 1869 – Rovereto, 1943) è stato un liutaio, chitarrista e compositore italiano.

Luigi Mozzani, chitarrista, fu anche grande esecutore, didatta, compositore e liutaio.
Nacque a Faenza il 9 marzo 1869.
All’età di nove anni, apprendista da un barbiere dilettante di clarinetto, si avvicinò a quello strumento e alla tromba, venendo ammesso come allievo di clarinetto alla Scuola comunale di musica di Faenza nel 1883, con risultati notevoli. Intorno al 1890 fu ammesso al Liceo musicale di Bologna come studente di oboe sotto la guida di Gustavo Gastelli, ma intraprese anche lo studio della chitarra, della quale ebbe rapidamente grande padronanza. Nell’aprile del 1891 effettuò una tournée in Germania, Francia, Spagna e Algeria come solista di chitarra e oboe. Il 7 giugno 1892 ottenne il diploma in oboe al Liceo musicale di Bologna e nel 1893, presentato da Gastelli, il ruolo di primo oboe nel Teatro San Carlo di Napoli.
Presto le sue tournée lo portarono in America dove visse per due anni (1894-1896) e dove pubblicò a New York i tre volumi degli Studi per chitarra.
Si stabilì quindi a Parigi dove entrò in contatto con i più grandi chitarristi attiva in quel momento: Alfredo Cottin, Gelas e Miguel Llobet. In Francia scrisse 8 Pezzi per chitarra solista iniziò ad interessarsi alla liuteria e precisamente alla costruzione della chitarra. Nel 1899 pubblicò diversi brani per chitarra, tra cui la famosa Preghiera.
Fece tournée in Inghilterra, dove visse per circa sei mesi, in Francia, in Germania e in Austria. Nel 1906 presenta una anonima Serenata al concorso musicale italiano della rivista Il Plettro, che vince il primo premio; tale lavoro viene poi pubblicato con il titolo Feste Lariane, aria con variazioni.
Tra il 1905 e il 1908 Mozzani è in tournée in Germania e in Austria dove pubblica, a Berlino, i pezzi Colpo di vento (Wind Gust), Mazurka e Valzer lento.
Durante il primo decennio del 1900, Mozzani torna in Italia e si trasferisce definitivamente a Cento, in provincia di Ferrara, e apre la sua prima liuteria dove costruisce vari modelli di chitarra.
Insieme alla attività di liutaio continua quella di concertista, docente e compositore. Nella sua liuteria realizza un modello di chitarra-lyra e brevetta nel 1912 un dispositivo in grado di regolare l'angolazione del manico attraverso un sistema di viti.
Tra il 1910 e il 1924 costruisce nella sua liuteria, oltre ai vari modelli di chitarre anche strumenti ad arco e a plettro. Nel 1914 riprende la sua attività concertistica che lo ha porta in moltissime le città italiane.
Nel 1916 la morte della figlia Giulietta lo colpisce profondamente e decide di abbandonare l’attività concertistica che effettivamente riprenderà solo dopo il 1930.
Trasferisce la sua liuteria a Bologna e poi, nel 1942, a Rovereto dove morirà nel 1943. (Fonte: Wikipedia)


La vita senza la musica sarebbe un errore
(Nietszche)

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