Cenni storici - Classical & FingerStyle Guitar

Classical & FingerStyle Guitar
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Cenni storici

La chitarra
Strumenti simili alla chitarra comparvero in occidente già nel ‘200, ma la chitarra propriamente detta fu creata nel rinascimento. Le chitarre dei secoli XVI, XVII e XVIII avevano prevalentemente fondo arcuato, a doghe sottili, fasce alte e forma piuttosto stretta ed allungata. Le corde (4 o 5) erano di seta e di budello ed erano regolate da bischeri  di legno o avorio inseriti nel dorso della paletta.
Il foro nella tavola era intagliato a “rosa” in forme elaborate.
Al pari del liuto e di altri strumenti a corda pizzicata, la chitarra fu usata come strumento da camera, prevalentemente solistico e la sua letteratura, nel ‘500 e ‘600, fu molto ampia, soprattutto in Italia e Spagna.



Per quasi tutto il ‘700 la fortuna della chitarra fu scarsa.




Ma sul finire del secolo, contemporaneamente all’introduzione della sesta corda e all’abbandono della notazione con il sistema dell’intavolatura, iniziò il periodo di massimo splendore dello strumento, durato fino ai primi decenni dell’800, con la comparsa di ottimi didatti, concertisti e compositori. Fra questi, accanto alla figura dominante dello spagnolo F. Sor, spiccano gli italiani M. Giuliani e F. Carulli. In questo periodo la chitarra è presente anche nella produzione di due celebri autori: Boccherini che la inserì in dodici quintetti scritti intorno al 1780, e Paganini che le dedicò più di cento pezzi solistici e la incluse in molte opere da camera.

Ma senza dubbio fu Fernando Sor a dare il più grande contributo allo splendore della chitarra. Non a caso è considerato, ancora oggi, uno dei più grandi esecutori di tutti i tempi. Formato musicalmente nel monastero di Montserrat, Sor sviluppò moltissimo la tecnica della chitarra e scrisse tantissimo sia per chitarra che per altri strumenti. Nel 1813 si recò a Parigi dove ebbe grande successo. Più tardi si recò a Londra ed anche qui i suoi concerti contribuirono a rendere la chitarra uno strumento alla moda. Dall'Inghilterra arrivò in Russia che all'epoca era una delle maggiori capitali della vita musicale. Di li ritornò a Parigi dove rimase fino alla morte, avvenuta nel 1839, lasciando un grande patrimonio di musica per chitarra.




Durante il periodo romantico la chitarra sopravvisse quasi unicamente per merito dello spagnolo F. Tarrega (1852 - 1909). Inizialmente il successo di Tarrega fu limitato dalla povertà , ma successivamente le sue grandi qualità di esecutore gli consentirono straordinari successi al teatro Alhambra di Madrid. Grazie a questi successi si esibì a Valencia, Lione e Parigi. Tutti coloro che assistevano ai concerti di Tarrega erano concordi nel ritenere che il chitarrista riusciva a trarre dallo strumento un suono di una bellezza straordinaria e molto personale. Grandi successi, Tarrega, ottenne anche a Londra, Bruxelles, Berna e Roma per poi ritirarsi in patria per dedicarsi completamente all'insegnamento e alla composizione. Grazie agli insegnamenti di Tarrega, furono diversi gli allievi che conquistarono fama internazionale. Ed è per questo che sono molti coloro che considerano Tarrega come il fondatore della moderna tecnica per chitarra.



Dopo essere stata a lungo relegata ad un ruolo marginale, all’inizio del ‘900 la chitarra rientrò a pieno titolo negli orizzonti della musica moderna per effetto del rinato interesse per la musica popolare e, soprattutto, grazie all’opera del grande virtuoso Andrès Segovia il quale mise in luce nuove possibilità tecniche ed espressive dello strumento.
Segovia debuttò a Parigi nel 1924 dando vita ad una performance grandiosa. Per tutta la sua vita si è adoperato per far riconoscere la chitarra sia come strumento solista che inserito in orchestra. E' stato un ottimo didatta: fabbricanti, insegnanti e studenti  di tutto il mondo hanno tratto grande vantaggio dai suoi consigli e incoraggiamenti. In molte città le sue esibizioni sono state per anni una grande occasione musicale per l'ascoltatore e motivo di ispirazione per gli appassionati dello strumento.

Andres Segovia



Su queste premesse, autori di indirizzo impressionistico e neoclassico, come De Falla, Turina, Villa-Lobos, Manuel Ponce e Castelnuovo-Tedesco, hanno creato l’ossatura della moderna letteratura chitarristica. Sull’esempio di Segovia sono nate nuove generazioni di chitarristi fra i quali si ricordano Alirio Diaz, Narciso Yepes, Konrad Ragossning, Robert Spencer, Julian Bream, Leo Brouwer, John Williams, John Duarte, Eliot Fisk. Fra gli italiani, Mario Gangi (1923), Ruggero Chiesa, Oscar Ghiglia, Angelo Gilardino, Alfonso Borghese, Vincenzo Saldarelli, Enrico Tagliavini, Massimo Lonardi e numerosi altri.



Nella musica popolare italiana la chitarra è soprattutto strumento degli artigiani e accompagna il canto da osteria; è anche usata in complessi strumentali e negli spettacoli dei cantastorie. Nell’Italia meridionale (Calabria, Cilento, Gargano) resiste la tradizione della “chitarra battente” che è uno strumento di struttura molto simile alla chitarra barocca, ma da questa si distingue per alcuni particolari, quali il piano armonico piegato ad angolo convesso all’altezza del ponticello non incollato, le corde metalliche ancorate alla fascia inferiore, relativamente poco tese e accordate senza bassi, e la corda di bordone, detta scordo, inserita in mezzo alle altre per mezzo di una caviglia infissa a metà circa del manico. Chitarre battenti con queste caratteristiche furono costruite nei secoli XVII e XVIII.
Per un approfondimento sulla chitarra battente si può far riferimento a questo sito: www.alfonsotoscano.it

Esempi di chitarra battente
(Foto tratta da www.alfonsotoscano.it)

La chitarra è diffusissima nella musica leggera di ogni paese, nei modelli classico e folk e, soprattutto, nella forma di chitarra elettrica: in questa il suono è amplificato e le corde sono pizzicate con il plettro. Nella terminologia della musica leggera ogni specie di chitarra che non sia elettrica viene definita chitarra acustica.
Tra i numerosissimi solisti di jazz, una svolta decisiva hanno dato Charlie Christian nello swing e Wes Montgomery nel bop, mentre una straordinaria figura a se fù quella del gitano franco-belga Django Reinhardt.

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